venerdì 2 novembre 2012

Considerazioni



Zone d’ordine - Alcune brevi considerazioni



Il titolo della mia ultima mostra “Zone d’ordine” nasce dalla riflessione su alcune pagine di Italo Calvino tratte dalle "Lezioni americane". Questo scritto, che uscì nel 1988 postumo, poiché l’autore morì improvvisamente mentre vi stava ancora lavorando, mi ha sempre molto affascinato. Si tratta di un ciclo di sei conferenze che lo scrittore ligure avrebbe dovuto tenere durante l’anno accademico 1985-1986 presso l’Università di Harvard, nel Massachusetts. In particolare, in queste lezioni Calvino individua alcuni valori letterari da conservare per il futuro millennio e poiché, come ben viene spiegato nella presentazione di Esther Calvino, «il termine “Poetry” significa in questo caso ogni forma di comunicazione poetica - letteraria, musicale, figurativa» è stato naturale, per me, condividere importanti aspetti del suo pensiero nella mia ricerca pittorica. 
Entrando più nello specifico, il titolo della mostra si rifà alla terza lezione, quella dedicata all’Esattezza. 
Ad un certo punto si legge: 

«L'universo si disfa in una nube di calore, precipita senza scampo in un vortice d'entropia, ma all'interno di questo processo irreversibile possono darsi zone d'ordine, porzioni d'esistente che tendono verso una forma, punti privilegiati da cui sembra di scorgere un disegno, una prospettiva».

Italo Calvino, "Lezioni americane" 

Ho trovato queste parole particolarmente adatte a cogliere il senso del mio lavoro. Che si tratti di riprodurre un fiore, un elemento urbano o di descrivere un paesaggio fantastico, il mio scopo è proprio quello di stabilire un ordine, una relazione chiara, che sveli la struttura sottesa all'immagine Per dirlo con le parole di Calvino «l’opera letteraria (o il quadro, dico io) è una di queste minime porzioni in cui l’esistente si cristallizza in forma». 
Ovviamente nel mio caso lo strumento privilegiato con cui cerco di riportare a queste Zone d’ordine è il colore. Senz'altro mi riconosco come appartenente a quello che lo scrittore definisce il “partito del cristallo” (immagine di invarianza e regolarità di strutture specifiche) che trova nel suo opposto “partito della fiamma” (immagine di costanza di una forma globale esteriore, malgrado l’incessante agitazione interna) il suo complementare. Concludo qui queste poche righe invitando il lettore ad approfondire il tema attraverso la lettura diretta del libro di Calvino. 



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