Anche la mia ultima opera, Valdrada, si richiama alle "Città invisibili" di Italo Calvino, libro che trovo ricco di suggestioni sempre nuove.
In particolare quando ho disegnato il bozzetto per la mia tela avevo in mente il passaggio dello scrittore ligure, quando dice:
"Gli antichi costruirono Valdrada sulle rive di un lago con case tutte verande una sopra l'altra e vie alte che affacciano sull'acqua i parapetti a balaustra. Così il viaggiatore vede arrivando due città: una dritta sopra il lago e una riflessa capovolta. Non esiste o avviene cosa nell'una Valdrada che l'altra Valdrada non ripeta, perché la città fu costruita in modo che ogni suo punto fosse riflesso dal suo specchio".
In particolare mi ha colpito l'idea della città doppia, le cui metà vivono in una forzata simbiosi. Particolarmente affascinante è, a parer mio, la pur triste conclusione del brano, in cui Calvino chiosa: "Le due Valdrade vivono l'una per l'altra, guardandosi negli occhi di continuo, ma non si amano".
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